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Quella mappa del mondo sinonimo di civiltà

CORRIERE DEL TICINO / L’ultimo l’hanno recuperato un paio di giorni fa dal vicolo di un noto nucleo medievale del nord Italia. Cercava un ristorante e la fede nelle indicazioni del navigatore satellitare è stata più forte di qualsiasi perplessità oggettiva.

Quando anche la tracotanza del suo SUV superaccessoriato ha dovuto arrendersi ai muraglioni del XII secolo che la stavano aprendo come una scatoletta di tonno, alla fine si è arreso, è uscito dal tettuccio e mentre con uno scavatore i soccorritori liberavano le sue, un tempo semoventi, lamiere contorte ai carabinieri che gli chiedevano spiegazioni ha farfugliato:

Scusate, sono debole in geografia. Avevo anche una mappa stradale ma non sapevo come interpretarla.

Disegnare la realtà, illuminarla, conoscerla, dargli ordine: uno dei più antichi sogni dell’uomo invece di trarre beneficio dagli sbalorditivi strumenti che oggi ci vengono messi a disposizione sembra non interessare più a nessuno, quasi che l’accesso individuale a Google Maps ci abbia tolto, fin dalle preoccupazioni scolastiche, un peso e un impiccio.

Per questo, ad esempio, scalda il cuore sfogliando l’elenco dei Corsi per adulti del nostro Cantone scoprire che esiste un meraviglioso corso base di «cartografia e orientamento con la bussola» che si propone di trasmettere le conoscenze di base necessarie per la lettura di una cartina topografica o approfondire l’impegno inesausto dei docenti di geografia nelle nostre scuole o le benemerite attività dell’associazione GEA che riunisce gli specialisti presenti nella Svizzera italiana e che da venticinque anni si prodiga per diffondere la cultura geografica nella nostra realtà locale.

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