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Una lezione dal disastro ecologico delle Mauritius

INTERNAZIONALE / La sera del 25 luglio la nave mercantile Wakashio si è incagliata sulla barriera corallina a sudest dell’isola tropicale di Mauritius, nell’oceano Indiano. La nave, un cargo di proprietà giapponese ma battente bandiera panamense progettato per trasportare beni non confezionati come il carbone o il grano, era priva di carico, ma trasportava comunque circa duecento tonnellate di gasolio e 3.800 tonnellate di olio combustibile pesante. L’imbarcazione è rimasta bloccata per oltre una settimana prima che apparissero le prime crepe nello scafo. 

L’olio combustibile ha cominciato a riversarsi nell’ampia laguna turchese davanti al villaggio costiero di Mahébourg. Impressionanti immagini satellitari mostrano l’uscita d’olio formare una chiazza nera tra la terraferma a Pointe D’Esny e la rotonda e pianeggiante Ile-aux-Aigrettes. Viste da vicino, le scene sono ancora più drammatiche. Il 7 agosto, quasi due settimane dopo l’incidente, il governo ha dichiarato l’emergenza nazionale

Con almeno mille tonnellate di olio combustibile che secondo le stime si sarebbero già riversate nella laguna, due imbarcazioni si sono avvicinate per raccogliere il carburante residuo, in una corsa contro il tempo mentre la nave da carico minacciava di spaccarsi in due.

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