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San Gallo: dove i libri curano l’anima

Il tempo a disposizione era poco: una manciata di ore tra l’arrivo in stazione e il treno del ritorno. Ma sufficienti per vivere un tuffo nel passato, in un luogo che da secoli raccoglie sapere e bellezza: la Biblioteca Abbaziale di San Gallo, nel nord-ovest della Svizzera.

Fondata nell’VIII secolo e oggi Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è una delle biblioteche monastiche più antiche e spettacolari d’Europa. Ma non è solo un luogo di conservazione: è uno spazio dove ogni dettaglio racconta una storia. Già all’ingresso, un’iscrizione in greco antico – ΨΥΧΗΣ ΙΑΤΡΕΙΟΝ, ovvero “luogo di cura per l’anima” – annuncia che qui dentro si guarisce con la conoscenza.

ΨΥΧΗΣ ΙΑΤΡΕΙΟΝ ovvero “luogo di cura per l’anima”

La sala principale, in stile rococò, sembra uscita da un sogno: stucchi, legno scolpito, affreschi, pavimenti antichi e scaffali che ospitano oltre 170’000 volumi, tra cui alcuni manoscritti risalenti a oltre 1000 anni fa. Tra i pezzi più preziosi ci sono manoscritti miniati, il celebre Piano di San Gallo (il più antico progetto architettonico di un monastero).

Curiosità: qui si entra con le pantofole, per non rovinare il pavimento in legno — un gesto simbolico, come a dire che qui si cammina con rispetto, non solo per il pavimento ma per il tempo custodito.

Un dettaglio che sorprende, tra manoscritti medievali e miniature, è la presenza di Shepenese, una mummia della figlia di un prete di Amon, vissuta a Tebe (l’odierna Luxor) in Egitto quasi 2700 anni fa e che fu sepolta vicino al tempio funerario della regina Hatshepsut. Arrivò a San Gallo nel 1820 come dono diplomatico, e solo in seguito venne acquisita dalla biblioteca.

Una curiosità (quasi) dimenticata

Tra gli oggetti che catturano subito l’attenzione nella Biblioteca Abbaziale c’è un imponente mappamondo del 1571. Quello esposto è una riproduzione fedele dell’originale custodito al Museo Nazionale Svizzero di Zurigo: una sfera alta oltre due metri che unisce in un unico oggetto la rappresentazione della Terra e del cielo.

L’emisfero terrestre mostra continenti e città secondo le conoscenze geografiche europee dell’epoca: precise in alcune regioni, approssimative o puramente ipotetiche in altre, principalmente basato sul planisfero di Gerardo Mercatore del 1569. Nell’emisfero celeste, invece, prendono forma le costellazioni, raffigurate con animali e figure mitologiche, seguendo la tradizione delle carte celesti di Albrecht Dürer del 1515. Nel Pacifico è anche raffigurata la battaglia di Lepanto avvenuta il 7 ottobre 1571.

Visita San Gallo - Biblioteca dell'Abbazia di San Gallo (UNESCO)

Più che un modello accurato del mondo, è una testimonianza visiva di come gli uomini del Rinascimento cercavano di comprendere e rappresentare ciò che li circondava — con un misto di osservazione, erudizione e immaginazione.

Passeggiando tra i bovindi

Dopo la visita alla biblioteca e alla cattedrale adiacente, ho passeggiato nel centro storico, tra case a graticcio e i famosi bovindi: oltre 100 finestre sporgenti, spesso finemente decorate, che danno a San Gallo un carattere unico. Alcuni sembrano osservare i passanti dall’alto, custodi silenziosi di una storia borghese e mercantile.

Questa visita lampo mi ha confermato quanto la geografia culturale non sia solo nei grandi paesaggi, ma anche nei dettagli urbani, nei soffitti affrescati, nei libri rilegati a mano. E in una città come San Gallo, questi dettagli sono ovunque, se ci si prende il tempo di guardare.

Consigli pratici

📍 Indirizzo: Stiftsbibliothek, Klosterhof 6D, 9000 St. Gallen, Svizzera

⏰ Orari di apertura: Tutti i giorni: 10:00 – 17:00. Durante alcuni giorni (in alcuni giorni o periodi la biblioteca è chiusa, verificare sul sito ufficiale le informazioni aggiornate)

🎟️ Prezzo del biglietto:

  • Adulti: CHF 18.– (incluso ingresso alla biblioteca, alla mostra e alla cattedrale)
  • Ridotto / studenti: CHF 12.–
  • Bambini (fino a 16 anni se accompagnati): gratuito

Fotografie:

  • È possibile fare fotografie all’interno della biblioteca esclusivamente senza flash
  • Non è permesso fotografare la mummia

Siti utili:

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