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Le utopie di Walt Disney

Cosa accomuna la geografia e i fumetti? Si potrebbe pensare che siano cose lontane tra loro, ma in realtà sono molto più unite di quanto sembri, soprattutto se il punto in comune è un visionario come Walt Disney.

Oltre a disegnare Topolino e inventare tutto il fantastico mondo che gira intorno a lui e agli altri personaggi, senza dimenticare comunque la creazione di vere e proprie città immaginarie (Topolinia e Paperopoli), Walt Disney ha avviato moltissimi progetti paralleli, tra questi alcuni hanno avuto un enorme successo, come i famosissimi parchi a tema Disneyland, altri sono molto meno conosciuti.

I progetti che collegano Walt Disney alla geografia, e in particolare all’urbanistica, si chiamano EPCOT e Celebration, il primo nome è sicuramente più conosciuto visto che oggi è un famoso parco a tema in Florida, anche se non è esattamente ciò che era stato progettato inizialmente.

EPCOT, la città del futuro

In un documentario del 1966 di Disney, veniva presentato il progetto di una città futuristica, chiamato appunto EPCOT, acronimo di Experimental Prototype Community of Tomorrow, ovvero prototipo sperimentale di comunità del domani, un nuovo modello di città pensato per combattere i problemi della società, basandosi sul movimento delle città giardino (Garden cities) di Ebenezer Howard, Garden cities, di inizio ‘900).

La città è progettata su una pianta circolare suddivisa in anelli concentrici, con densità urbana maggiore al centro e ridotta man mano che ci si allontana, sarebbe stata collegata ad altri punti di Disney World tramite la monorotaia (già introdotta a Disneyland nel 1959). Il centro della città, dove sarebbero stati presenti le aree commerciali, l’hotel e il centro congressi, sarebbe stato isolato dal resto della città e “dove il pedone sarà il re, libero dai pericoli di automobili e altri veicoli”, i lavoratori sarebbero vissuti nella stessa città e sarebbero arrivati al posto di lavoro tramite il trasporto pubblico PeopleMover, la monorotaia sopraelevata. A separare il centro città dall’area residenziale a bassa densità ci sarebbe stata una green belt (cintura verde), dove avrebbero avuto luogo tutti i servizi cittadini: parchi, scuole, centri sportivi, chiese. In questa città avrebbero vissuto 20mila abitanti.

Il progetto, così come immaginato, non ha mai visto la luce, forse anche per la scomparsa di Walt Disney poche settimane dopo la realizzazione del documentario.

Celebration, il fallimento di un’utopia

Anche se EPCOT è diventato solo un parco a tema, il progetto di costruire una città non è stato abbandonato del tutto dal gruppo Disney, infatti negli anni ’90 viene deciso di costruire una cittadina, Celebration, a poca distanza da Walt Disney World Resort, con un budget stimato a oltre 2 miliardi di dollari, poi raddoppiato.

L’obiettivo della città era di diventare un modello di “città perfetta”, sia dal punto di vista urbanistico sia da quello dello stile di vita. I cittadini, provenienti principalmente dal ceto medio, arrivavano a Celebration proprio perché riproponeva il mondo perfetto disneyano nella realtà: tranquillità, sicurezza, bellezza. Praticamente una gated community color pastello.

Le cose però sono andate diversamente, inizialmente progettata per 20mila abitanti, finora ne ha ospitati al massimo la metà, a causa del prezzo troppo elevato, dei problemi avuti con il sistema scolastico, dei problemi strutturali… per non parlare dell’omicidio di un insegnate in pensione nel 2010 e di un’intera famiglia a gennaio di quest’anno.

La città è stata venduta da Disney nel 2004, a 8 anni dall’apertura, per 6.5 milioni di dollari.

Articolo originale di GeograficaMente.ch

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