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Il mondo e noi dopo il coronavirus, secondo Yuval Noah Harari

LINKIESTA / Lo storico israeliano scrive sul Financial Times che abbiamo di fronte due scelte: la prima è tra sorveglianza totalitaria e responsabilizzazione dei singoli; la seconda è tra isolazionismo e solidarietà globale. Dobbiamo scegliere bene, perché tornare indietro sarà difficile.

La natura dell’eccezione è stravolgere i normali processi decisionali: quello che in tempi normali verrebbe deciso in anni, adesso impiega in poche ore; tecnologie immature o addirittura pericolose vengono utilizzate prima del tempo, perché il rischio di non far nulla è più grande.

Le decisioni che prenderemo durante la pandemia di coronavirus determineranno i cambiamenti delle nostre società anche quando supereremo la malattia. Bisogna quindi stare molto attenti alle conseguenze. Yuval Noah Harari, tra i più importanti storici israeliani contemporanei, ha scritto un lungo articolo sul Financial Times per ragionare sugli effetti a lungo termine delle azioni intraprese in questo momento. Può sembrare prematuro, ma è necessario, argomenta: «Quando scegliamo tra varie alternative, dovremmo chiederci non soltanto come superare la minaccia immediata, ma anche che mondo abiteremo quando la tempesta sarà passata. Sì, la tempesta passerà, il genere umano sopravviverà, la maggior parte di noi rimarrà vivo, ma abiteremo in un mondo diverso».

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